PENSIERI MIOPI

PROFUMO


Sto imparando ad apprezzare il gioco e i tempi del profumo, fascino sottile di un qualcosa di incorporeo che si inserisce in una parte recondita del cervello (e dei vestiti) e che esce alla distanza… quasi che fosse la colonna sonora di un bel ricordo. Ho provato a fare attenzione e "ascoltare" le sue tracce sul momento, ma è debole: si perde in mezzo a troppe altre sollecitazioni che lo sprofondano nel grigio della mente, troppo piccola per cogliere le sfumature… forse è solo una questione "di naso", nel senso che il nostro povero olfatto si abitua presto ma a me piace pensare al profumo come a qualcosa di sussurrato che riesci a cogliere solo nel silenzio delle cose, un amico timido che sa legare i sogni con la realtà… Saper dosarlo? è un´arte…


Valle Sauglio, 7 marzo 2005

PROMETEO


Non so se sia una sensazione comune ma capitano certi momenti in cui si sente dentro un’irrefrenabile voglia di fare “qualcosa di bello”. Credo sia un segnale positivo, di quelli che spronano a non abbruttirsi nella quotidianità del lavoro.


A pensarci bene, potrebbe definirsi “nostalgia” del bello. Quasi che la nostra esperienza porti dentro immagini e sensazioni di perfezione ataviche, impresse nel dna e sopite sotto la quantità di nozioni che, come la maggior parte delle cose, accumulano. Eppure, sotto, come brace, il fuoco sacro della creatività attende le condizioni propizie per innescare e riportare in superficie la fiamma di Prometeo che, a differenza di quanto credevano gli antichi, non nasce fuori ma è dentro ciascuno di noi.


Valle Sauglio, 31 gennaio 2008

FUORI DAL GIRO


La storia ci racconta come Alessandro, quando non era ancora “grande”, patisse i successi di suo padre Filippo di Macedonia perché gli stava esaurendo un compito che lui sapeva suo. Con le dovute proporzioni, nel mio piccolo, mi trovo a vivere in un posto – Torino – respirando un fermento architettonico straordinario come spettatore, sfasato all’appuntamento con la storia: impotente e un po’ invidioso nel vedere molte possibilità così vicine e tanto fuori portata. Già, perché i giochi per il 2006 si fanno oggi. Tra cinque anni (quando io ne avrò 37), alle luci della ribalta ci saranno altri; più giovani o più vecchi: i primi perché saranno “pronti” quando il vortice risucchierà in sé le intelligenze più promettenti e i secondi perché sono maturi oggi… proprio come le ciliegie di maggio e l’uva di settembre… Ma la Storia è un contadino paziente che attende sapientemente i suoi frutti e li consegna alla memoria.


Valle Sauglio, 25 maggio 2001

CANTIERE


Vitruvio sosteneva che l’Architetto non deve costruire perché nel cantiere le idee si abbruttiscono: l’Architettura si imbastardisce e perde la sua perfezione. La vita di cantiere a me piace, almeno quanto la progettazione. In fin dei conti, costruire è un po’ come “disegnare in scala reale su uno spazio tridimensionale”: mattoni, cemento, acciaio, legno e tubi; pennarelli costosi e “indelebili” che tu, architetto, dovresti dominare secondo criteri che, nel cantiere, tu solo conosci. L’impresario, di solito “scompone” la fabbrica in azioni elementari e le coordina. Chi svolge fisicamente queste azioni, tende a fare il suo lavoro e andare via. Mano a mano che il cantiere avanza, il gioco diventa sempre più simile ad una morsa ad incastro che imbalsama un oggetto lì dove avresti dovuto volerlo. Chi fa vita di cantiere sa che per comporre “la cosa” in modo che si “blocchi” così come era stata pensata, occorre essere sul posto al momento giusto…


Valle Sauglio, 2 febbraio 2001

DON QUIJOTE


Qui in studio si sta discutendo di come l’edilizia sia influenzata dai mercanti che dettano legge in materia di mercato immobiliare… non è la prima volta che mi trovo a combattere contro i mulini a vento ma non riesco proprio a digerire il fatto che i costruttori scelgano obiettivi bassi e sempre uguali ai loro successi, perseguendo il tornaconto personale e lasciando in eredità “cose” di cui non se ne conosce la fine. E noi, architetti poveri, a subirne le influenze; senza mezzi e senza il coraggio di dire: “no!”.


Valle Sauglio, 8 ottobre 2008

BUON BRODO


Lavorando, mi accorgo che le probabilità di trovare un fabbricato ben fatto, aumentano con l’età dello stesso. Non è una garanzia ma, a quanto pare, il tempo screma e non consegna tutto alla memoria. Questo non vuol dire che tutto il vecchio sia bello e tutto il nuovo brutto, penso solo che i lavori fatti male durano meno di quelli fatti bene…


E fin qui il ragionamento è abbastanza di basso profilo. C’è da interrogarsi, invece, se il patrimonio che è arrivato fino a noi sia veramente il meglio (e non il medio) e se sia lecito tutelarlo utilizzando solo il criterio dell’anzianità…


Valle Sauglio, 4 novembre 2008

ARTISSIMI


Girando per gli stand di Artissima, a Torino, il giorno della sua inaugurazione sono stato colpito dalla cura e dalla dedizione che alcuni artisti dedicano alla propria immagine. Le opere, al contrario, mi hanno trasmesso l’impressione di essere rimaste troppo poco tempo sotto le mani e l’attenzione dell’artista.


Che senso ha esporre idee solamente abbozzate, sperando di farti notare da qualche gallerista danaroso solo per i tuoi calzini spaiati o per i tuoi pantaloni ridicoli? E soprassediamo sulla postura e sul taglio della barba… se tu, artista, spendi tutto questo tempo a curare l’apparire, non è che “rubi” tempo alla tua missione?


Valle Sauglio, 4 novembre 2008

LA TERRA E' FINITA...


Ho sempre pensato al territorio come bene prezioso e non infinito. Ultimamente se ne stanno accorgendo anche le amministrazioni che cercano di invertire la tendenza dimostrandosi virtuosi e lungimiranti. A pensarci bene, però, il vero problema non è tanto la cementificazione in sé quanto l’assenza di eccellenze. Non è quindi un problema di quantità ma – soprattutto – di qualità.

Ho in mente Stupinigi e la palazzina di caccia progettata da Juvarra. Non si può certo dire che il suo intervento sia un esempio di cementificazione. Ho in mente le ville venete… stesso pensiero.

Il vero problema è che le operazioni commerciali che, a ben vedere, si sono reiterate sul nostro territorio hanno solamente “occupato” uno spazio trasformandolo in volume MA senza aggiungergli altro valore. E questo gioco al ribasso ha arricchito pochi e impoverito tutti…


La terra è finita, andate in pace.



Valle Sauglio, 26 aprile 2012

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